Alice Varini
Nata nel ---
Professione magliaia
Luogo Lavoro a domicilio Ponte Alto
Per descrivere le condizioni delle donne nel primo dopoguerra ho intervistato mio nonno Mauro di 79 anni che ha sempre vissuto a Ponte Alto Nord di Modena.
Durante l’intervista, mio nonno mi ha riferito che durante la seconda guerra mondiale e prima le donne della mia famiglia lavoravano i campi, allevavano mucche, maiali, galline, conigli e in più si occupavano della casa e dei figli.
“La sera dopo cena davanti al focolare, le donne filavano la canapa o la lana da lavorare ai ferri, per produrre calze o altri indumenti da utilizzare nella normale vita quotidiana.
Anche dopo la seconda guerra mondiale, le donne hanno continuato a lavorare fuori e dentro casa. Verso la fine degli anni ’50 mi madre e le mie sorelle iniziarono a lavorare in casa con le macchine da maglieria.
Mia madre Alice Varini, oltre a lavorare alle macchine, ricamava e faceva centrini ad uncinetto per la casa; altre volte con i ferri lavorava per fare maglioni per i famigliari.
Pur lavorando a maglia, accudiva la casa e cucinava. La mia famiglia era così divisa : mio padre si occupava degli animali da allevamento e le mie due sorelle aiutavano la mamma.
La più piccola studiava all’istituto magistrale e la grande si dedicava alla lavorazione delle maglie, che in seguito provvedeva a vendere ai negozi e alle case private.
Io studiavo ragioneria al Barozzi di Modena.
Una volta diplomato, andai a lavorare in un’azienda come impiegato. Lavorai lì per circa dieci anni, dopodiche’ mi sposai e aprii un’azienda di motori, che tuttora esiste ed è sul mercato metalmeccanico.
Quando avevo sette/otto anni, ricordo che un fratello di mio padre, mi portò a Torino con lui e con la zia.
Rimasi li per un bel periodo di tempo. In quella città mi sono divertito tanto, e siccome la zia lavorava come impiegata alla FIAT, andai a visitare l’azienda.
Il capo reparto mi regalò una bella auto d’epoca in miniatura. Purtroppo durante i traslochi fatti negli anni andò persa.
Durante il mio soggiorno dagli zii, decidemmo di andare a fare una gita a Napoli e a Capri.
Penso che per essere stato nel periodo post seconda guerra mondiale, sono stato fortunato."
Matteo Firmano