Scatti dall'inaugurazione della stele dedicata a Gina Borellini
Presso il Parco Resistenza la stele dedicata alla partigiana e politica italiana, Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Sabato 29 aprile 2017 alle ore 10.00 presso il Parco Resistenza di Modena è stata inaugurata la Stele dedicata all’Onorevole Gina Borellini, partigiana e politica italiana, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Sono intervenuti Gian Carlo Muzzarelli, Sindaco di Modena; Aude Pacchioni, Presidente ANPI Modena; Rosanna Galli, UDI Modena; Vittorina Maestroni, Presidente Centro documentazione donna; Adriano Zavatti, Presidente ANMIG Modena.
L'iniziativa non rientra nel progetto #cittadine, ma è tuttavia legata al tema del progetto. Si è quindi è ritenuto potesse risultare interessante segnalarla.
Nata a San Possidonio il 24 ottobre 1919 in una famiglia contadina, Gina Borellini a sedici anni sposa Antichiano Martini, con cui ha due figli. Insieme al marito, entra a far parte della Resistenza nella Brigata “Remo” con il nome di battaglia “Kira” e organizza i Gruppi di difesa della donna di Concordia. Durante la resistenza armata, in seguito ad un rastrellamento viene catturata insieme al marito che verrà fucilato il 19 marzo 1945. Prosegue la lotta partigiana e viene ferita da una pallottola esplosiva il 12 aprile 1945 durante un’azione a San Possidonio, subirà l’amputazione della gamba sinistra. Nel 1947 riceve la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Eletta nel 1946 nel Comune di Concordia per il PCI, nel 1948 è la prima deputata modenese eletta in Parlamento dove rimarrà per tre legislature fino al 1963. È eletta in Consiglio provinciale (1951-1956) e nel Comune di Sassuolo (1956 -1960). Presidente dell’UDI di Modena nel 1953 e presidente dell’ANMIG di Modena dal 1960 al 1990. Nel 1993 riceve l’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana. Muore a Modena il 2 febbraio 2007.
Sulla stele che la ricorda sono scritte queste sue parole: “Vorrei dire ai giovani che la cosa da evitare è l’uso delle armi. Chi ha fatto la guerra come l’abbiamo fatta noi che abbiamo visto morire i nostri compagni, che abbiamo visto distrutte tutte le case, che abbiamo subito le brutture che la guerra può dare, la prima cosa che viene da dire ai giovani è che utilizzino bene la loro giovinezza e che la finalizzino ad un impegno democratico per la pace contro la guerra, che la finalizzino non solo a costruire il loro mondo, dove stanno, dove vivono, ma per un contributo di lotta democratica in tutto il mondo ad affermare come valore universale la possibilità di risolvere le controversie in modo pacifico.”